La mia "BALI"


Un viaggio a Bali, è un viaggio alla scoperta dell'uomo, del suo aspetto spirituale, del suo rapportarsi costantemente con l'elemento più arcaico del divino.




La vita è scandita da riti, offerte, preghiere. Sono gesti semplici, ripetuti costantemente nell'arco della giornata, con significati profondi che avvicinano l'uomo al suo Dio. Al turista occidentale catapultato in uno stile di vita che non gli appartiene sembra di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, quando qualsiasi azione veniva rapportata a Chi sta più in alto di noi. Quando l'acqua, il fuoco, la terra e l'aria, erano elementi vitali da venerare, da accudire, vezzeggiare e aggraziarsi. Il ciclo vitale dove tutto ha il suo inizio e la sua fine. Dalla terra nasciamo nel fuoco ci dissolviamo e le nostre ceneri troveranno dimora nel vento e nei fiumi...

Questa è la Bali che affascina, fà riflettere e porterò per sempre nel mio cuore.

La Bali di cui vorrei parlarvi.

La prima esperienza su quest'isola, risale a dieci anni fà. Si trattava del secondo viaggio all'estero. Troppo piccola e poco esperta per dare la giusta importanza a ciò che un luogo poteva offrirmi. Vedevo il mondo circostante con gli occhi del semplice turista, quello che paga un'escursione, ascolta distrattamente la guida e scatta tante foto da far vedere ad amici e parenti.
Dieci anni, tanti viaggi e una nuova consapevolezza di quello che voglio e cerco in un viaggio.
Ed eccomi qui. Ritorno alle origini. Ritorno in un luogo che insieme alla mia adorata Thailandia, mi ha fatto innamorare perdutamente dell'Oriente. Questa volta i miei occhi cercano di vedere oltre le lenti appannate del turista, osservano volti, colgono sorrisi e si posano su elementi in precedenza tralasciati. Niente escursioni con il tour operator, troppo strette, troppo preconfezionate ad uso e consumo del turista. No. Questa volta il viaggio inizia a casa, quando tra le pagine di internet riesco a mettermi in contatto con una guida locale, Kade. E' in quel preciso istante, ho la percezione che questo sarà Il VIAGGIO, quello che non scorderò.

Scendo dall'aereo in una afosa giornata di fine giugno, affianco a me come sempre mio marito, il compagno di una vita e di tutti i miei viaggi. Ci guardiamo negli occhi e ci stringiamo la mano, non abbiamo bisogno di parlare. I nostri sguardi si conoscono e sappiamo entrambi quanta gioia ed emozione proviamo.

Arriviamo in albergo con un'altra coppia, la nostra accompagnatrice inizia a proporci il solito programma di escursioni, visto e rivisto.. passiamo oltre.
Dopo un'ora dal nostro arrivo in camera, squilla il telefono, qualcuno ci attende in reception.
Prima sorpresa, la nostra guida Kade non è disponibile in sua vece arriva Wirta suo fratello. Se la prima impressione è quella che conta possiamo stare tranquilli. Wirta è simpatico, disponibile e con lui scopriremo una Bali lontana dai riflettori, più pura e autentica.

Una proposta su tutte ci attrae, partecipare al rito della Cremazione. Ormai è deciso il giorno seguente avremmo l'onore e la fortuna di assistere a qualcosa di unico. La giornata volge al termine, cerchiamo un ristorantino dove cenare. L'impatto con Sanur non è dei migliori. L'avevamo lasciata caotica e turistica, ora, lo è ancora di più. Traffico e cemento sono aumentati in maniera esponenziale, classico esempio di quanti danni può generare il turismo indiscriminato.

Sono le 9 del mattino, quando lasciamo il nostro albergo. Direzione  Kramas, dove dopo quattro o cinque anni si svolge nuovamente, il rito della cremazione pubblica. Ci viene spiegato che le cremazioni possono essere pubbliche o private, ma le secondo sono troppo costose e non tutti possono permettersele. E' proprio vero che tutto il mondo è paese i soldi son soldi anche a Bali.
Come possiamo facilmente intuire, in quattro anni saranno morte diverse persone.. che fine hanno fatto i loro corpi? Vengono sepolti in maniera provvisoria, per poi essere dissotterrati prima della cremazione. L'inizio è un pò macabro...
Siamo in strada, qui fra non molto passerà la processione dei sarcofaghi.. Il paese è in festa.
Non ci sono visi tristi, pianti e disperazione. C'è gioia c'è allegria.. i visi son distesi si sorride si scherza si è felici.. Non è una cerimonia funebre come le nostre, non esiste punto d'incontro tra le due culture.

La cremazione è una festa. L'anima del defunto finalmente libera dai vincoli terreni sarà in grado di ritornare al ciclo della vita e rinascere..

La variopinta processione ha inizio. Sfilano davanti a noi sarcofaghi dalle forme più strane. Ecco giungere un sarcofago a forma di toro, ed ora una torre lascia spazio ad un pesce con la testa d'elefante. Ogni figura rappresenta la casta a cui in vita apparteneva il defunto...


Ci si ferma ad un incrocio. Punto strategico. I portantini fanno danzare il sarcofago sotto una pioggia di gavettoni. La gente è euforica, ride si diverte e noi con loro. Sono lontane le spiagge affollate di Sanur, il traffico e i visi occidentali. Noi e solo un'altra coppia di turisti stiamo condividendo questi preziosi attimi di Vita!
I bimbi ci regalano sorrisi, i loro occhi trasmettono la felicità delle piccole cose, quella felicità autentica che i nostri bimbi molte volte non riescono a trovare neanche con il giocattolo più costoso..

Ci spostiamo nella zona del cimitero, la processione continua.. qui si dovranno radunare tutti i sarcofaghi e qui dopo un altro rito la pira verrà accesa.

Bene ci siamo. La torre, il pesce elefante e il toro sono giunti. Adesso ogni singolo sarcofago sarà oggetto di un ulteriore processione..

Nel piazzale, il toro con la sua corte (parenti del defunto) iniziano a girare in tondo. Un signore con un coltellaccio fa da apripista, batte in terra il coltello mentre un'altra persona depone sul suolo un ramo di riso, monete, un'offerta e incenso seguono le donne balinesi nei loro vestiti di festa con in testa le offerte che successivamente verranno bruciate... Il rito si esegue per ciascun sarcofago, il tempo vola all'ombra del ficus che con le sue fronde ci protegge dal sole cocente.




Il piazzale è pieno. Ogni sarcofago è sulla sua pira. Il toro e il pesce elefante vengono squarciati, al loro interno verranno collocate le ossa dei defunti... Si attende... un alito di vento fa danzare le bandierine sopra di noi.. Tutto sembra sospeso, fermo, immobile in attesa che il destino si compia.
E' il fuoco che squarcia il silenzio .Quel crepitio crescente che tutto invade e tutto ingoia. L'uomo è libero, ha compiuto il suo corso... Il toro si deforma, il pesce elefante è incandescente. Assistiamo in doveroso silenzio all'evento. Il calore si propaga in ogni dove, lo sentiamo sulla pelle sudata, sulle mani che stringono nervosamente la macchina fotografica, sugli occhi che non riescono a staccarsi da quelle pire. Un popolo così lontano da noi ci ha mostrato un nuovo senso della vita... ci ha regalato un'emozione che le parole non potranno mai spiegare. Lasciamo il piazzale mentre tutto ancora arde... resteranno li per sempre i nostri sguardi increduli, le nostre facce occidentali.




Il ciclo della vita non è ancora concluso. Le ceneri verranno raccolte e lasciate scivolare nell'acqua, sia questo mare o fiume non importa. Questo rito sarà privato. L'amato troverà il suo stato più puro quando si ricongiungerà con l'elemento che tutto purifica l'ACQUA.

Questa è la mia Bali... potevo parlarvi di monumenti, di templi, di spiagge assolate e di balli preconfezionati. Probabilmente lo farò. Ma non ora. Volevo trasmettervi le mie emozioni, il senso di una vita che non è la nostra, un mondo da scoprire e amare. Non so se sono riuscita nell'intento, spero solo di non avervi annoiato più di tanto...

Un ricordo indelebile, noi e l'ospitalità della famiglia di Wirta

Commenti

Post popolari in questo blog

Porto Flavia, una miniera di ricordi

Oristano e la sua Sartiglia