Cearà, terra di luce (di mrdga)


Prima di iniziare, vorrei spendere due parole per ringraziare la persona che mi ha concesso di pubblicare sul mio Blog questo splendido racconto sul Brasile. Una terra a me sconosciuta che ho imparato ad apprezzare grazie alle sue parole, dalle quali traspare tutto l'amore per una terra e per i suoi abitanti. Chi viaggia sa bene che nel proprio cuore esiste sempre un paese che ti ruba l'anima, per noi è stato l'Oriente per Alessandro il Brasile!
Grazie Ale per trasmetterci le tue emozioni! E a tutti buona lettura....



Difficile per me parlare del Cearà, stato del Nordeste brasiliano, tentare di descriverlo, di far uscir fuori da me tutti quei ricordi e quelle emozioni così private e così preziosamente conservate. 

 Stimolate di tanto in tanto ascoltando la musica di un Forrò, il tipico ballo di Fortaleza, o di qualche brano di Ivete Sangalo, o con l'ennesima visione di mille immagini e foto o magari il video di uno skibunda, con il mio corpo adagiato su una tavoletta di legno che diventa sempre più piccolo allontanandosi velocemente, scivolando giù da una duna di sabbia. Mi prenderete per matto, no, anche in Brasile sciano, ma non avendo la neve lo fanno sulla sabbia, bianca e fine come zucchero, in meravigliose dune create dal vento, dune spesso alte decine di metri a disegnare paesaggi lunari o incredibili parchi divertimenti, una folle corsa su un buggy al posto delle montagne russe, ... por favor com emoção, sarà anche un pò pericoloso, ma quanto è divertente. Si quanto è divertente, a bordo di un buggy , rigorosamente guidato da un buon bugueiro, gettarsi giù in picchiata da una duna, urlare con tutto il fiato e sentire il vento appiccicarsi sul volto, assaporare l'emozione e quel senso di liberta che solo qui, nel Cearà, ho provato.


Qui ho ritrovato il mio sorriso, ho riscoperto l'amicizia, ho conosciuto uno stile di vita, così diverso dal nostro, dove le persone riescono ad affrontare la vita sempre con il sorriso sulla bocca pur di fronte a problemi e situazioni che da turista non riuscivo nemmeno ad immaginare. Un degrado ben mascherato ai nostri occhi, da una copertina fatta di belle spiagge, locali, ristoranti, bei quartieri, ma che nasconde favelas, povertà, delinquenza e soprattutto la mancanza di prospettive, la totale impossibilità di costruirsi un futuro migliore. Situazione che spinge la maggioranza dei cearensi a vivere il presente, a godere e gioire di quel poco che riescono ad avere, e che ti mostrano con il loro sorriso, con i movimenti del loro corpo al minimo accenno di una musica, perchè si sa, che in Brasile hanno la musica, la danza, il ritmo nel sangue. Così l'importante è arrivare a sera, un altro giorno è passato, è finito, adesso è tempo di festeggiare, ballare toda a noite accompagnati da una cerveza gelada o una caipirinha, la tipica bevanda di questa parte di mondo, fatta con lime, zucchero e cachaça, il distillato di canna brasiliano. 


Il Cearà è un pò magico secondo me, tutto sul posto è meraviglioso ma smette inspiegabilmente di brillare quando lo esporti. Mi sono chiesto mille volte, perchè la caipirinha qui non è così buona. Perchè là tutti sono pazzi per il Forrò e qui nessuno lo conosce e lo balla, e ancora, Ivete Sangalo, sono innamorato della sua musica, come chiunque è stato in Brasile, eppure in Europa o nel resto del mondo quasi nessuno ascolta le sue canzoni! Forse a questa legge sfuggono solo i calciatori, che deliziano le platee di tutto il mondo con i loro dribbling e i loro gol.... ma attenzione, la SAUDADE è dietro l'angolo anche per loro! 

Penso che come introduzione possa bastare, la maggior parte di voi si sarà già stancata e avrà cambiato pagina, ma per quelli che ancora resistono voglio iniziare questo mio viaggio nel Cearà, da quella che è la sua stella più famosa, ma sicuramente non la più brillante, la capitale, Fortaleza, città di perdizione, di garotas de programa, di locali notturni, di spiagge, di ristoranti, di churrascaria, di lagostas (aragoste), una città di 2 milioni e mezzo di abitanti. La città vista con gli occhi del turista sembra divisa a zone, si ogni quartiere (bairro), ha caratteristiche completamente diverse.

Cerco di spiegarmi:

- Praia do Futuro è la zona delle spiagge, tante barracas, così si chiamano gli stabilimenti balneari, uno accanto all'altro ma dove mai c'è affollamento, si può stare tranquilli godendo dell'ottimo clima, caldo e ventilato tutto l'anno, tutte le baracas sono attrezzatissime, enormi ombrelloni, sedie e tavolo, comodi lettini, tutto completamente gratis, incredibile per noi ma assolutamente vero, puoi passare la giornata usufruendo di tutti i servizi, dall'ottima cucina, massaggi, bibite, un buon cocco fresco, una doccia rinfrescante, infinite passeggiate, una nuotata o a socializzare con gli altri abitanti della spiaggia. Non mancano i venditori, di cocco, di frutta, di formaggio caldo (queijo) te lo scaldano e servono su dei bastoncini di legno, gamberetti (camarão) o aragoste, di castagne brasiliane (i nostri anacardi) e di mille altre cose, tutte a prezzi decisamente stracciati. Per capirsi, una giornata in spiaggia con ombrellone e lettino, pranzo a base di lagostas, patatine fritte, frutta e birra a volontà, non arriva a costare 10 euro. Da non perdere poi, un buon cocco fresco, per dissetarsi con la sua acqua e mangiarne la deliziosa polpa, ancora morbida, al costo di 1 real, ovvero 40 centesimi di euro. Chico do Carangueijo e Boa Vida le mie barracas preferite, Croco Beach e Coco Beach le più frequentate (2006).

- Beira-mar è il lungomare, caratterizzato da alti palazzi, perlopiù residence e hotel, quasi a ridosso della spiaggia, la tipica cartolina brasiliana e da mille ristoranti di tutti i tipi, il più caratteristico è la churrascaria, dove si mangiano vari tipi di carne allo spiedo, grossi spiedi che ti portano fino al piatto per affettarti la tua porzione, la carne più pregiata è la picanha, del bue argentino. Il prezzo di una cena può variare dai 7/10 euro di media fino ai 20 dei ristoranti più eleganti. A Las Pampas un espeto de frango (pollo allo spiedo) con contorno e birra meno di 4 euro, da Dom Churrasco una grigliata mista di carne sempre con contorno e birra circa 9 euro, mentre alla Peixada do Meio la specialità della casa, Romeo&Julieta (un involtino di gamberi racchiusi da un filetto di sirigado, un pregiato pesce del loro mare) sempre con contorno e birra circa 10 euro. Verso la metà della Beira-mar ogni sera i commercianti locali allestiscono la feirinha, cioè il mercatino dove i turisti vanno a comprare i souvenir.


- Favelas. Ce ne sono alcune, che personalmente ho preferito evitare, sia per stare lontano dai pericoli sia perchè non trovavo grande interesse ad osservare le zone più degradate, non che mi disturbi la povertà, anche se qui, per quello che mi hanno raccontato lo stato di povertà e degrado raggiunge livelli inimmaginabili, ma perchè qui prostituzione minorile e pedofilia diventano cosa normali per sopravvivere, difficile pure debellare il fenomeno visto che sono le famiglie stesse ad osteggiarle in quanto spesso unica forma di sussistenza, e queste sono cose che preferisco non vedere.

- Iracema, il quartiere dei locali, decine di discoteche, bar, ristoranti, di tutti i tipi e aperti fino a tarda notte, meglio dire fino a mattina e dove si trova anche il centro culturale Dragao do mar. Azzarderei una divisione nella divisione, in quanto i locali stessi sono divisi per zone, ci sono quelli dove ballare il Forrò, dove ascoltare musica, dove fare incontri, per tutti i gusti e tutti molto ben definiti.

- Centro, contrariamente a quanto si possa immaginare non ci sono grossi monumenti da vedere ma soprattutto un brulicare di persone che entrono ed escono da negozi, uffici e luoghi di lavoro e che camminano per strada.

- Rua Monsenhor Tabosa, una bella strada, molto larga e completamente piena di negozi e centri commerciali. Imperdibile per fare shopping.



In generale Fortaleza è meno pericolosa delle altre metropoli Brasiliane, ma i pericoli ci sono, soprattutto nel periodo antecedente il carnevale, o in luglio per il Fortal, il carneval fora d'epoca, o a Capodanno, i periodi in cui la città si riempie di turisti e di conseguenza di ladrones. Ci sono da osservare semplici ma importanti regole, mai osteggiare ricchezze o frequentare zone pericolose di notte, specialmente da soli, regole valide ovunque, in Brasile a maggior ragione. 

Il turismo fino a qualche anno fa era prevalentemente maschile, e sinceramente ne capisco il motivo osservando le ragazze del posto muovere sensualmente il proprio corpo a ritmo di Forrò, mexendo a bundinha, ma ultimamente molte coppie e famiglie la stanno scoprendo, perchè offre molti punti di vista, infinite possibilità di conoscere, divertirsi, rilassarsi, luoghi silenziosi dimenticati dal mondo o locali gremiti di persone, come il Pirata, la discoteca di Forrò più famosa della città aperta solo il lunedi, la segunda feira mais louca do mundo, così recita il suo slogan. 
La città fu colonizzata da portoghesi e olandesi, che per questo sono la maggioranza dei turisti, ma è apprezzata anche da spagnoli, tedeschi e italiani, presenti soprattutto nel mese di agosto. Non è facile incontrare persone che parlano la nostra lingua ed il portoghese a primo impatto è veramente incomprensibile, ma piano piano ci si adatta e chi si vuol far capire alla fine ci riesce sempre, anche questo è il bello di un viaggio alla scoperta di luoghi e culture lontane.

Per raggiungere Fortaleza c'è la TAP, compagnia aerea portoghese, che effettua voli giornalieri da varie città italiane, con cambio a Lisbona, un viaggio di circa 12 ore, a causa dello scalo, sarebbero 8 con volo diretto, possibile con AirItaly, che effettua voli charter settimanali quasi tutto l'anno, con partenza da Roma, Milano e Verona. 

Il periodo giusto non esiste, il clima è caldo tutto l'anno, secco e ventilato (sulla costa), ad eccezione di un periodo più piovoso che va da febbraio a maggio.

Fortaleza più che un punto di arrivo è il punto di partenza, la base da cui partire alla scoperta del Cearà, un viaggio, sottoforma di parole, che ho appena iniziato e che spero di proseguire...


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