Oristano e la sua Sartiglia

Carnevale in Sardegna, alla ricerca delle origini, alla scoperta di una corsa equestre sospesa tra passato e presente, dove cavalli lanciati al galoppo sferzano l'aria di una tiepida giornata d'inverno, dove l'uomo per un giorno assume le sembianze di un Dio d'altri tempi e benedice la folla festante.
Tutto questo si può ritrovare ad Oristano, ridente cittadina della Sardegna centro occidentale e capoluogo della omonima provincia, che smessi gli abiti ordinari indossa quelli della festa durante i giorni del carnevale per rendere omaggio alla tradizione e alla sua Sartiglia.

Sartiglia, un nome che richiama migliaia di persone da tutta l'isola e non solo, per assistere ad una spettacolare giostra equestre in cui cavalieri lanciati al galoppo cercheranno di infilzare con la loro spada una stella sospesa nel vuoto, cullata dal vento. Due giorni di festa, la domenica e il martedì grasso, inframezzati il lunedì dalla Sartiglietta, la corsa dei bambini, per riscoprire una giostra che si perde nella notte dei tempi. I primi documenti ufficiali, custoditi negli archivi storici della città la datano nell'anno 1546, anno in cui si organizzò una Sartiglia in onore dell'imperatore Carlo V, da allora fino ai nostri giorni i rituali si conservano e si tramandano di padre in figlio.

Protagonisti della corsa alla stella, i due gremi (falegnami e contadini) ma soprattutto su Compoidori, è lui l'icona della corsa, il simbolo vivente della rappresentazione, è lui che indossata la maschera smette di essere un comune mortale e diventa per un giorno, un solo giorno, un “dio” da venerare , per la sua gente, per la sua folla, che lo acclama e chiede le sue benedizioni.

La due giorni carnevalesca ricalca lo stesso schema, con un'unica differenza la domenica si svolge la corsa del gremio dei contadini sotto la protezione di San Giovanni Battista, mentre il martedì la corsa del gremio dei falegnami sotto la protezione di San Giuseppe. Ogni gremio ha il suo Compoidori, una differenza facilmente individuabile, il colore della maschera.

Il rito d'apertura è quello della vestizione de su Compoidori. Per chi non avesse mai visto la Sartiglia il consiglio è quello di seguire tutte le fasi della manifestazione ad iniziare dalla vestizione.
E' un rito emozionante, pregno di simbolismi e significati, retaggio di un passato consolidato e cristallizzato nel tempo. La mattina colui che vestirà i panni de su Compoidori si reca a casa del presidente del gremio, da qui una processione festante con squilli di tromba e rulli di tamburi lo accompagnerà nella sede della vestizione. Le sapienti mani delle Massaieddas, giovani ragazze vestite con il tradizionale costume sardo di Oristano, provvederanno a eseguire tutti i passi della vestizione sotto la regia della Massaia Manna, colei che coordina e supervisiona il tutto. Il momento culminante, quello più emozionante, è rappresentato dall'apposizione della maschera sul volto del cavaliere. Una maschera bianca, androgina che nasconderà per tutta la giornata il viso dell'uomo e personificherà quello del Dio. Terminata la vestizione il cavallo farà il suo ingresso in sala, su Compoidori dovrà montarvi sopra senza mai mettere piede in terra. Da questo momento fino alla fine della corsa sarà assolutamente proibito scendere dal cavallo, il piede de su Compoidori che tocca terra sarà segna di grande sventura!



E' giunto il momento di recarsi nel luogo della corsa. Il corteo sfila per le strade della città, aperto dalla rappresentazione storica della corte di Eleonora d'Arborea a seguire vari gruppi di costumi sardi, gli immancabili tamburini e trombettieri della Sartiglia e infine su Compoidori con i suoi cavalieri.




E' un incrocio di spade, tra su Compoidori e il suo fido secondo che dichiara aperta la corsa. D'ora in avanti gruppi di tre o quattro cavalieri, scelti dal capo corsa si recheranno verso il punto d'inizio e si lanceranno in mirabolanti discese in groppa ai loro cavalli nella ricerca della agognata stella! Chi infilza la stella avrà la gloria, gli applausi della folla, il ricordo di un momento eterno!

E' la benedizione de Su Compoidori che decreterà la fine della manifestazione. Sarà lui in groppa al suo destriero con la schiena distesa sul suo cavallo ed in mano sa Pippia De Maiu ad impartire, con gesti precisi, la benedizione a tutti i presenti.

Mentre il numero di stelle colte durante la giornata saranno il buon auspicio per il relativo gremio. Maggiore sarà il numero di stelle colte più prolifico sarà l'anno per contadini e falegnami!

Scoprire la Sartiglia equivale alla scoperta di un angolo di Sardegna insolita, lontano dagli stereotipi del turismo di massa. Quell'isola che è stata, ma che tutt'ora sopravvive grazie ai suoi abitanti custodi di riti senza tempo!



Fonte:http://www.paid2write.org/viaggi_turismo/carnevale_in_sardegna_oristano_il_misticismo_della_sartiglia_9394.html

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