Coldplay e terra Thai, un denominatore comune Paradise!

Mentre dallo stereo risuonano le note di Paradise dei Coldplay, la mia mente vola nella terra del sorriso. Volutamente non voglio entrare nello specifico di luoghi, templi o escursioni per questo ci sarà tempo e luogo. Voglio esprimere emozioni, sensazioni e contrasti che solo una terra come la Thailandia sa offrire. Paradise, forse è un caso, ma quando ho ascoltato per la prima volta questa canzone non ho potuto non pensare a quello che è il mio Paradiso. Al luogo in cui sento la perfetta unione tra anima e corpo, quel luogo in cui tramonti infuocati si inabissano in acque cristalline, quel luogo in cui l’odore acre e pungente di smog e cibo cucinato per strada si fonde con l’incenso dei templi. Una nazione che ci ha ospitato per sei volte dal duemila a oggi.
Ritornare in Thai è come ritrovare un vecchio amico, il calore del suo abbraccio che ti accoglie all’arrivo e quel senso di malinconia che ti avvolge alla partenza. Così mentre l’aereo stacca terra per rientrare a casa sei invaso da sentimenti contrastanti, gioia, pace, voglia di ritornare e tanta malinconia. Molti ci chiedono perché ritorniamo nello stesso luogo quando il mondo è così grande e vario. Posso solo rispondere che esistono tanti uomini sulla terra ma io mi sento completa solo accanto ad uno, l’amore della mia vita. Non esiste una spiegazione logica ma esistono “emozioni” allo stato puro! Paradise, continua a risuonare… e come in un film appaiono una dietro l’altra le sequenze di questo splendido viaggio targato 2012. Riemergono i volti delle persone con le quali abbiamo condiviso un pezzo della nostra vita, i colori intensi e vibranti dei templi di Bangkok, i monaci dalle vesti arancio, i taxi fuxia fluorescente, le baie da cartolina scoperte a Krabi, i pancake alla nutella…. Riemerge il mio trentanovesimo compleanno in spiaggia al calar del sole con un tramonto rosso fuoco come regalo. Bangkok una città, un microcosmo da amare o da odiare. Cinque volte a Bangkok, cinque volte di esperienze uniche e indelebili. Il primo impatto con questa metropoli orientale da oltre sei milioni di abitanti? Uno sconvolgimento totale.. Ricordo il caldo opprimente, l’odore acre del cibo, la cappa di smog e la voglia infinita di fuggire lontano, scappare da un mostro tentacolare che mi avviluppava pian piano. E poi come d’incanto, davanti ai miei occhi, la magia del Palazzo reale con il tempio del Buddha di smeraldo. Il Tempio del Buddha d’oro e la grandezza del Buddha reclinato. Il bianco del marmo di Carrara che riveste il Tempio di Marmo. Oriente da fiaba! I colori e i profumi inebrianti del mercato dei fiori, fasci di orchidee dalle forme e dai i colori incantatrici, frutti esotici invitanti e in alcuni casi maleodoranti (vedi durian). Le corse con le long tail lungo i klong del fiume Chao Praya con la quotidianità che si rispecchia nelle sue acque color cioccolato… Il lusso sfrenato del Siam Paragon a stretto uso e consumo dei milioni di turisti attratti dai costi sicuramente low delle griffe occidentali. La cucina di strada, la cucina ambulante, quella dei mille odori che richiama e seduce il popolo thai e a cui almeno una volta capitola anche il più recalcitrante turista occidentale. E poi via.... novelli Leonardo di Caprio alla ricerca della nostra isola incantata. Ebbene si Paradise esiste si chiama Maya Bay e si trova nelle isole Phi Phi. L’ho immaginata mille volte, l’ho ricercata su internet, ho consumato il dvd di The Beach e ora si schiude ai miei occhi. Mi siedo in un angolo, in disparte, l’assalto dei barbari turisti non è ancora giunto al culmine. Ho bisogno di qualcuno che mi urli che non sto sognando! Maya Bay è qui ed io mi sento così piccola al suo cospetto! Paradise risuona ovunque, nelle acque color smeraldo di Hong Island, nel mare color turchese di Bambo Island, nelle baie di Railay e Phra Nang, nell’accecante laguna di Poda! Ma anche Paradise si ammutolisce e il suo suono scompare quando lo spettro dello tsunami compare a Poda. Alberi divelti adagiati nella bianca sabbia, cadaveri guardiani di un lembo di terra che ha conosciuto la violenza di madre natura. Un trattore trascinato chissà per quanto, chissà da dove, ruggine ovunque salsedine e lacrime per un popolo che ha vissuto una triste pagina di storia. Così mentre il tempo vola tra sole e salsedine ci si ritrova ad aspettare un dolcissimo pan cake alla nutella. Seduti davanti a una bancarella con la nostra signora pan Cake che ci urla “Seat” e come un mantra ripete le ultime ordinazioni!
Momenti Thai da trascrivere con lettere di fuoco nell’album della vita, da custodire con chiavi di smeraldo nella cassaforte dei sogni realizzati. Tutto questo suscita in me questa terra, ma io sono una semplice viaggiatrice tutt’altra cosa è la vita del popolo Thai. ps: opinione pubblicata precedentemente su Ciao.it

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